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Il chiodo | 131 |
VII.
Quasi un anno dopo che la guerra era scoppiata in Libia e qualche mese dopo che Celso Dondelli era laggiù, entrando nella bottega di Dondèla, il vecchio conte non chiese, al solito:
— Notizie?
Si abbandonò sulla seggiola e mormorò:
— L’ora è giunta.
Intimorito, domandò il fabbro:
— Per Celso?
— Per me.
Ma s’ingannava pur questa volta, povero filosofo! Per Celso l’ora era già giunta (ed egli non lo sapeva); per lui doveva tardare non poco. Lo portarono a casa apopletico.
Come, tascorso assai tempo, a forza di cure, poterono trarlo dal letto.... che tristezza! Nella poltrona, con la testa reclinata allo schienale pareva obbligato, adesso, a mirar sempre in alto; e tentava al contrario di guardare in giù, quasi cercasse d’intorno, nella realtà, le immagini che gli vaneggiavano nel cervello infermo.
Che tristezza! E come lunga!