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Il chiodo | 125 |
adagio adagio la via principale per uscire alla campagna, ammiccavano al cocchiere con certe strizzatine d’occhi che significavano: “Te lo godi, eh, l’automobile?„; oppure: “Il tuo cavallo suda nella lingua come i cani„.
Le quali corbellature a mezzo disturbavano il mancato chauffeur. Preferiva le risate aperte e intere; e non tardò a provocarle, per ridere meglio lui, in ultimo.
Del resto, non era vero che tafani e mosche infastidivano il buon Gedeone?
— Se gli facessimo fare una coperta da passeggio?
— E tu fagliela fare — consentì il conte.
Figurarsi quando la quasi centenaria carrozza comparve preceduta da un’ampia gualdrappa di mussolina rosea, coi fiocchi, da cui uscivano due orecchie, una mezza lingua, una mezza coda e quattro mezze gambe!
— Gedeone in veste da camera!
— Ridono per noi? — il conte chiese.
— Sì — rispose Celso — ; ma non basta.
— Hai ragione — confermò il filosofo sopra pensiero — . Non basta.
Pochi giorni dopo evidentemente Gedeone era zoppo al piede destro, davanti.
— Chiama subito il veterinario.
— No — Celso disse — ; lo curo io.