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Ferdina | 97 |
Baredi rimase perplesso un istante; indi, respinte le interpretazioni benigne, tornò indietro convinto di non errare e mormorò: — Civetta! — Nessun dubbio. Una rivelazione inattesa: Ferdina credeva d’averlo innamorato, e ne godeva!
— Anche costei! — pensò. — Tutte a un modo; tutte stupidamente vane, perfidamente vane! Per soddisfare alla vanità istintiva, non esitano in nulla; inconsapevoli del male che possono fare, interamente consapevoli del male che vogliono fare. — Ogni cosa era chiara adesso! Ogni prova di affetto e di gentilezza ch’egli aveva ritenuta spontanea in costei, era stata predisposta sin dal primo incontro a tal fine: innamorarlo! L’aveva conosciuta bambina; la rivedeva una bella ragazza; fidanzata. Avrebbe resistito alla bellezza di lei, all’invidia che altri n’avesse l’amore? Ah no! Essa vincerebbe se egli — e non c’era da dubitarne — aveva in mente altre donne! E lei andava a colpo sicuro; prima di tutto perchè era giovine, fresca, bella; poi perchè le signore e signorine, schifiltose, non riuscirebbero a nascondere, come lei, il ribrezzo della cicatrice che lo imbruttiva. E il dover supporre tutto ciò, ciò che lo feriva come un oltraggio, a Baredi fece così male che piuttosto che riveder Ferdina pensò di ritornare
albertazzi, il diavolo nell’ampolla. | 7 |