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Non lasciar di nutrir l’armento fero
695Che Nettuno produsse, e Marte onora;
Il qual lode, diletto e frutto apporta.
E nel tempo medesmo, o poco avanti,
L’animoso corsier, che ’l toro ardito,
Già devria d’Imeneo gustar i frutti,
700Ché la consorte sua prolunga il parto
Dopo le dolci nozze all’anno intero;
E vorria pur trovar l’erbe e le frondi,
Quando nasce il figliuol, non morte ancora.
Grande il cavallo, e di misura adorna
705Esser tutto devria, quadrato e lungo:
Levato il collo, e dove al petto aggiunge,
Ricco e formoso; e s’assottiglie in alto:
Sia breve il capo, e s’assomiglie al serpe;
Corte l’acute orecchie: e largo e piano
710Sia l’occhio, e lieto, e non intorno cavo;
Grandi e gonfiate le fumose nari;
Sia squarciata la bocca, e raro il crino;
Doppio, eguale, spianato e dritto il dorso,
L’ampia groppa spaziosa: il petto aperto;
715Ben carnose le cosce, e stretto il ventre:
Sian nervose le gambe, asciutte e grosse;
Alta l’unghia, sonante, cava e dura;
Corto il tallon, che non si pieghi a terra:
Sia rotondo il ginocchio; e sia la coda
720Larga, crespa, setosa, e giunta all’anche,