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Che raddoppien più volte il seme e ’l frutto.

Prenda al suo bene oprar la gente umana,
Glorïoso Francesco, in voi l’esempio;
E vedrà come in vano ora o momento
455Non lasciate fuggir dei vostri giorni:
Ch’ora all’armi volgete, ora alle Muse
L’intelletto real ch’a tutto è presto;
Ora al santo addrizzar le torte leggi,
Come più si conviene a ’l tempo e ’l loco,
460Ora al bel ragionar di quei che furo
Più d’altri in pregio; e terminar le liti,
Con dotto argomentar, dei saggi antichi.
Così meno a passar n’aggreva il tempo;
Così dopo il morir si resta in vita,
465E più caro al Fattor si torna in cielo.
Ma perché io sento già chiamar da lunge
Il pampinoso Bacco, e dir cruccioso,
Che troppo indugio a dar soccorso omai
All’arbor suo che nella prima estate
470Da mill’erbe nocenti intorno offeso,
Senza l’aiuto altrui si rende vinto;
Per divisar ritorno al buon cultore,
Quel che deggia operar, pur ch’a voi piaccia
L’alte orecchie reali avere intente.

475Poiché rimonta il Sol tra i due Germani,
Già la seconda volta armato saglia
L’invitto zappator; né sia cortese