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Nel cocente vapor gli apporte all’aia.
Ivi il basso cultor dei pochi campi
210Coi coreggiati in man batter gli puote
Con più vantaggio assai: ma il buon villano
Che grassissime avrà le sue ricolte,
Sotto il fervente dì con più prestezza
Gli stenda in terra, e da’ suoi stessi armenti
215Faccia in giro calcar la paglia e ’l grano;
E fia molto miglior, s’il modo avesse,
Il veloce caval che ’l lento bue;
E se ne fusser pochi, intorno meni
Quante più larghe puote erpici e tregge,
220Ove un solo animal per molti adopra.
Qui preghi il ciel che del suo fiato mande
Per poter rimondar, gittando in alto,
Il battuto frumento: e d’ogni vento,
Favonio è il primo; ch’all’estivo tempo
225D’una dolcezza ugual perpetuo spira.
Ma s’ei mancasse pur, follia sarebbe
Troppo aspettarlo: ch’a sì gran bisogno,
Di qualunque altro sia prendiamo aita.
Or se l’aria, la terra e ’l mar d’intorno
230Con tranquillo silenzio avesser pace,
Né si vedesse in ramo muover foglia,
Né l’onde alzarse; come avvien talora,
Quando Ciprigna nella conca aurata
Tra i bei candidi cigni a suo diporto
235Il