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Né quella bionda treccia oggi si sdegni
20Di talor sostener la corba e ’l vaglio
E gli altri arnesi tuoi: non tardar molto;
Che già ti chiaman le campagne e i colli,
Ch’hanno all’ultimo dì condotto il parto
Per riposarlo poi nel tuo gran seno.
25Tu, d’Anfriso pastor, a parlar nosco
Non ti gravi il venir; ch’io sento ancora
D’amoroso muggito empier le valli,
E le spose chiamar gli armenti tuoi.

Quando montando il sol si lascia indietro
30Il cornuto animal ch’addusse Europa
Dentro all’onde salate; e ’n sen rifugge
Dei duo chiari fratei, di Leda figli;
Prenda il buon metitor la lunga falce,
E degli erbosi prati il frutto accoglia:
35Ma guardi prima ben se tutti avranno
Al suo maturo fin rivolti i fiori;
Ne s’indugi però, che i troppi giorni
Faccian d’essi piegar le spoglie a terra:
Ché quel verria ripien di van liquore;
40E ’l notritivo umor quell’altro perde.
Quando il tempo talor n’affretta e ’l loco,
Non si deve spregiar colui che ’nsegna
Ch’a migliore stagion le stoppie e i prati
Nella tacente notte, alla fredda ombra,
45Del suo ferro fatal sentan la piaga: