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Il vostro almo terren sicuro giace
Qualor sente in altrui più doglia e tema;
Quasi uom che veggia, in alto monte assiso,
Dentro il cruccioso mar Borea rabbioso
1130C’allo scoglio mortal percuote un legno;
Che di non esser quel ringrazia il Cielo.
Vivi, o sacro terren; vivi in eterno
D’ogni lode e di ben fido ricetto:
A te drizzo il mio stil; per te sono oso
1135D’esser primo a versar nei lidi toschi,
Del divin fonte che con tanto onore
Sol conobbe e gustò Mantova ed Ascre.
Ma tempo viene omai, che ’l fren raccoglia
Al buon corsier che per sì dolci campi
1140Tal vagando fra sè diletto prende,
Che stanchezza o sudor non sente in essi.



Fine del Libro primo.