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Non trovi fuor chi le novelle apporte
965Di mille ai tuoi desir contrari effetti;
Né, camminando o stando, a te conviene
All’altrui satisfar più ch’al tuo core.
Or sopra il verde prato, or sotto il bosco,
Or nell’erboso colle, or lungo il rio,
970Or lento or ratto a tuo diporto vai.
Or la scure or l’aratro or falce or marra,
Or quinci or quindi, ov’il bisogno sprona,
Quando è il tempo miglior, soletto adopri.
L’offeso vulgo non ti grida intorno,
975Che derelitte in te dormin le leggi.
Come a null’altra par dolcezza reca
Dell’arbor proprio e da te stesso inserto,
Tra la casta consorte e i cari figli,
Quasi in ogni stagion goderse i frutti!
980Poi darne al suo vicin, contando d’essi
La natura, il valor, la patria e ’l nome;
E del suo coltivar la gloria e l’arte,
Giungendo al vero onor più larga lode!
Indi menar talor nel cavo albergo
985Del prezïoso vin, l’eletto amico;
Divisar dei sapor, mostrando come
L’uno ha grasso il terren, l’altro ebbe pioggia;
E di questo e di quel di tempo in tempo
Ogni cosa narrar che torni in mente!
990Quinci mostrar le pecorelle e i buoi,