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Molti furo a quistion, come profonda
Voglia la fossa aver: ma in somma sia
(Secondo il loco pur) non molto addentro.
805Gli altri arbori maggior, ch’han più vigore
E più salde le membra, e ’n alto stanno
Con lunghe braccia e con aperta fronte
A combatter coi venti al più gran verno,
E di cibo più largo han più mestiero;
810Convenevole a lor sotterri il piede.
Seguiti in ciò colui che dottamente
Fonda eccelse colonne, archi e teatri,
O minacciose moli in mezzo il mare;
Che, quanto il ciglio lor più s’alza al cielo,
815Più comincia il lavor di verso il centro:
E natura ave in ciò maestra e guida;
Ch’all’altissimo pino, all’eschio, al faggio,
Al cerro invitto, ed a mill’altri insieme,
Quanto leva a ciascun la chioma in suso,
820Tanto abbassa laggiù le sue radici.
Or non resta al cultor nuova altra cura,
Ch’alle piantate viti, agli altri frutti
Metter dentro e d’intorno ghiara o vasi,
Che guarde il troppo umor che non discenda
825A guastar le sue barbe, e ’l poco alletti.
Poi gli guardi dal ferro e dagli armenti,
Dai vermi e dalle capre; e si ricorde
Che tanto a Bacco fan dannaggio e scherno,
Che ’l