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O di caldo o di giel, disponga in esse
Or di questi or di quei, mirando al sito;
Perché spesso addivien ch’un colle, un monte,
670Ricoprendo talor, talor porgendo
O l’austro o l’aquilon, non meno adduce
Saldi effetti tra lor, ch’il cielo istesso.
La pampinosa vite e l’alma uliva,
Il mandorlo gentil, la piaggia e ’l colle
675Aman più d’altro, e dove sia la terra
Asciutta e trita; e così quei che han caro,
Più ch’il freddo, il calor, come il granato,
Come il fico, e cui tien dolce il sapore
Per arrichir fra noi l’ultime mense.
680Gli altri ch’hanno il troncon più saldo, e ’l gusto
Aspro e men grato, ove trovin l’albergo
Tenace e duro, senza danno e tema
Non lascian di condurre i frutti a porto,
E larghi ristorar l’altrui fatiche.
685Prenda adunque il villan d’intender cura
Delle terre i sapori e le virtudi,
L’alte varïetà che in esse sono;
Che ’l pon molto giovar: e non si sdegni,
Senza crederne altrui, di farne pruova.
690La più greve o leggier, la man lo mostra
Senz’altro faticar: la rara o densa,
Di cui questa al frumento, e quella a Bacco
Dona il seggio miglior, si vede aperta