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Alle liete campagne, ai verdi colli,
Sopra i gelidi monti, in riva un fiume:
Vedi la scopa umìl, il faggio alpestre,
Vedi il popolo altero, il lento salcio.
455Parte son poi, che dal suo proprio seme
Surgon più liete: la castagna irsuta,
La ghiandifera quercia, il cerro annoso.
Altre veggiam, nelle radici in basso
Ch’hanno i suoi successor: l’olmo, il ciriegio,
460L’odorato, gentil, famoso lauro,
Ch’io spero ancor che le mie tempie cinga
Sol per le vostre man, gran Re de’ Galli:
Questo ancor vede i suoi futuri eredi
Nutrirse intorno, e gli ricuopre e pasce.
465Così crescer veggiam le selve e i boschi;
L’alte montagne, i luoghi imi e palustri
Vestir tutti tra sé diverse guise.
Poscia, seguendo il natural cammino,
Trovò l’uso mortal nuove altre forme.
470Quello il caro pianton dal proprio ventre
Toglie alla madre, e lo ripon nel solco;
Quel trapianta un rampollo; e quello un tronco
Sotto la terra pon, di palo in guisa:
Tale è pianta gentil ch’in pace porta
475L’empio propagginar, né vive sdegna
Le sue membra veder da noi sepolte:
Poi tali ancor, che senza aver radici