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Già fuggendosi il giel, chiaman da lunge
Dolce soccorso, promettendo in breve
Al suo buon curator premio e ricchezza.
265Non ci rimena il sol sì bella e chiara
La fiorita stagion, perché poi deggia
Il discreto villan passarla indarno.
Alma Ciprigna Dea, lucente stella,
De’ mortai, degli Dei vita e diletto;
270Tu fai l’aer seren, tu queti il mare,
Tu dài frutto al terren, tu liete e gai
Fai le fere e gli augei; che dal tuo raggio,
Tutto quel ch’è fra noi, raddoppia il parto.
Al tuo santo apparir, la nebbia e ’l vento
275Parton veloci, e le campagne e i colli
Veston nuovi color di fiori e d’erbe;
Tornan d’argento i ruscelletti e i fiumi:
Dal tuo sacro favor le piume spiega
Zeffiro intorno, e gli amorosi spirti,
280Ovunque teco vien, soave infonde
La chiara Primavera, e ’l tempo vago
Che le piante avverdisce, e pinge i prati:
E quanto bene abbiam, da te si chiame.
Dunque te, più d’altrui, per guida appello
285Al mio nuovo cantar; ch’io mostri appieno
L’alta virtù ch’il tuo venire adduce,
Al glorïoso Re Francesco, eletto
Per far ricco tra noi d’onor il mondo,