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Al buon bifolco; e rinettando i solchi,
E tritando le zolle, ascondin tutto,
210Con aguto cercar, che sopra appare:
E gli sovvenga pur, ch’intenti stanno
Il loquace fringuel, l’astuta e vaga
Passera audace, il calderugio ornato,
Il colombo gentil, l’esterno grue,
215E con mill’altri poi l’ingorda pica,
L’importuna cornice, il corvo impuro,
Che non trovando allor più degno cibo,
Pur si dànno a furar l’altrui fatiche.
Dunque di veste vil, di pelli oscure,
220Di piume e di baston componga in giro
A’ seminati campi orrende facce
Di tirannico uccel, di fera e d’uomo
Ch’in disusato suon rotando al vento,
Spavente i predator dai danni suoi.
225Quinci levato al ciel, con voti e preghi
Chiami la pioggia, perch’il verno possa,
Ov’al bisogno suo fallisse il grano,
Non lunge al foco, senza affanno e cura
Che gli presti il vicin quel ch’ha d’avanzo,
230Di tai frutti nutrir la sua famiglia.
Ma non deve obliar ch’il suo terreno
(Quantunque grasso) del soverchio peso,
Com’ogni altro mortal, troppo s’affanna;
E che riprende in sen forza e ristoro
235D’