Ch’ambrosia e néttar non invidio a Giove.
Or questo, che stillò dall’uve brune 725Di vigne sassosissime toscane,
Bevi, Arïanna, e tien da lui lontane
Le chiomazzurre Naiadi importune:
Chè saría
Gran follía 730E bruttissimo peccato,
Bevere il Carmignan quando è innacquato.
Chi l’acqua beve,
Mai non riceve
Grazie da me. 735Sia pur l’acqua o bianca o fresca,
O ne’ tonfani sia bruna,
Nel suo amor me non invesca
Questa sciocca ed importuna,
Questa sciocca, che sovente, 740Fatta altiera e capricciosa,
Rïottosa ed insolente,
Con furor perfido e ladro
Terra e ciel mette a soqquadro.
Ella rompe i ponti e gli argini, 745E con sue nembose aspergini,
Su i fioriti e verdi margini
Porta oltraggio ai fior più vergini;
E l’ondose scaturigini
Alle moli stabilissime,