480Menzognero liquore unqua non bebbe,
Nè sul Parnaso lusinghiero egli ebbe
Serti profani all’onorata fronte:
Altre strade egli corse; e un bel sentiero
Rado, o non mai battuto, aprì vêr l’etra; 485Solo ai numi e agli eroi nell’aurea cetra
Offrir gli piacque il suo gran canto altero;
E saria veramente un capitano,
Se, tralasciando del suo Lesmo il vino,
A trincar si mettesse il vin toscano: 490Che tratto a forza dal possente odore,
Post’in non cale i lodigiani armenti,
Seco n’andrebbe in compagnia d’onore,
Con le gote di mosto e tinte e piene,
Il Pastor de Lemene; 495Io dico lui, che, giovanetto, scrisse
Nella scorza de’ faggi e degli allori
Del paladino Macaron le risse,
E di Narciso i forsennati amori;
E le cose del ciel più sante e belle 500Ora scrive a caratteri di stelle:
Ma quando assidesi
Sotto una rovere,
Al suon del zufolo
Cantando spippola 505Egloghe, e celebra
Il purpureo liquor del suo bel colle,