Ed al chiaror di lui ben comprendea
Gli atomi tutti quanti e ogni corpusculo
E molto ben distinguere sapea
Dal mattutino il vespertin crepusculo, 160Ed additava donde avesse origine
La pigrizia degli astri e la vertigine.
Quanto errando, oh quanto va
Nel cercar la verità
Chi dal vin lungi si sta! 165Io stovvi appresso, ed or godendo accorgomi,
Che in bel color di fragola matura
La Barbarossa allettami,
E cotanto dilettami,
Che temprare amerei l’interna arsura, 170Se il greco Ipocrate,
Se il vecchio Andromaco
Non me ’l vietassero,
Nè mi sgridassero,
Che suol talora infievolir lo stomaco; 175Lo sconcerti quanto sa;
Voglio berne almen due ciotole,
Perchè so, mentre ch’io votole,
Alla fin quel che ne va;
Con un sorso 180Di buon Corso,
O di pretto antico Ispano,
A quel mal porgo un soccorso