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IN TOSCANA. 309

     Ed al chiaror di lui ben comprendea
     Gli atomi tutti quanti e ogni corpusculo
     E molto ben distinguere sapea
     Dal mattutino il vespertin crepusculo,
     160Ed additava donde avesse origine
     La pigrizia degli astri e la vertigine.
     Quanto errando, oh quanto va
     Nel cercar la verità
     Chi dal vin lungi si sta!
     165Io stovvi appresso, ed or godendo accorgomi,
     Che in bel color di fragola matura
     La Barbarossa allettami,
     E cotanto dilettami,
     Che temprare amerei l’interna arsura,
     170Se il greco Ipocrate,
     Se il vecchio Andromaco
     Non me ’l vietassero,
     Nè mi sgridassero,
     Che suol talora infievolir lo stomaco;
     175Lo sconcerti quanto sa;
     Voglio berne almen due ciotole,
     Perchè so, mentre ch’io votole,
     Alla fin quel che ne va;
     Con un sorso
     180Di buon Corso,
     O di pretto antico Ispano,
     A quel mal porgo un soccorso