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DELLA COLTIVAZIONE


Già coll’asta fatal l’etern'uliva:
20Venga il possente Dio che seco a pruova
Il feroce corsier col suo tridente
Produsse in terra; e minaccioso e torvo,
Il barbato Guardian degli orti ameni
Non resti indietro, perch’io possa alquanto
Dei cortesi suoi don parlar con lui.
Voi, famoso Signor, cui solo adora
Il gallico terren; sotto il cui regno
Quanto è verace onor s’à fatto nido;
Deh porgete al mio dir sì larga äita,
30Ch’io possa raccontar del pio villano
L’arte, l’opre, gl’ingegni e le stagioni:
Che dovreste saver per pruova omai,
Che dal favor di voi, non d’altri, puote
Nascer virtù che per le tosche rive
Or mi faccia seguir con degno piede
Il chiaro Mantovan, l’antico Ascreo;
E mostrar il cammin c'ascoso giace.
   Tosto ch’il ciel, tutti i rabbiosi venti
Discacciando da sè, Zeffiro accoglie
40A distrugger fra noi la neve e ’l ghiaccio,
Esca il coltivator del chiuso albergo,
E d’ogn’intorno visitando vada
Tutto il terren c’alla sua cura è dato;
E con riguardo pio l’orrende piaghe
Cerchi, ch’il tempo rio, la pioggia, il vento