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LE API.

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Mentr'era per cantare i vostri doni
Con alte rime, o Virginette caste,
Vaghe angelette delle erbose rive;
Preso dal sonno, in sul spuntar dell’alba
M'apparve un coro della vostra gente,
E dalla lingua onde s'accoglie il mele,
Sciolsono in chiara voce este parole:
O spirto amico, che dopo mill’anni
E cinquecento rinnovar ti piace
10E le nostre fatiche e i nostri studj;
Fuggi le rime, e 'l rimbombar sonoro.
Tu sai pur, che l’immagin della voce
Che risponde dai sassi ov’Eco alberga,
Sempre nimica fu del nostro regno:
Non sai tu, ch’ella fu conversa in pietra,
E fu inventrice delle prime rime!
E dei saper c’ove abita costei,
Null’ape abitar può per l’importuno
Ed imperfetto suo parlar loquace.
20Così diss’egli; e poi tra labbro e labbro