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Or di piante e di semi adempia intorno.
Perch’è tepida l’aria, e perché guarda
1155Dal medesmo balcon, che nell’aprile,
Il discendente Sol; perché sì spesse
Tornan le piogge in noi; potremmo ancora
Quel medesmo adoprar: ma ne conviene
Pensar ch’al picciol dì s’arrendan l’ore,
1160Ch’arde e stringe il terren; né schermo avemo,
Come contro al calor fu l’ombra e l’onda.
Pianti adunque il cultor quelle erbe sole,
Ch’han sì caldo il valor, che per sé ponno
Al freddo contrastar, o quelle in cui
1165La crescente virtù nelle radici
Si sfoghi addentro ove non passa il gielo.

Or quel che nelle barbe e nelle frondi
Mille ascose virtù porta e nel seme
Contro a’ chiusi dolor, contro al veleno,
1170Contro al duro tumor che in bella donna
Sopra i pomi d’amor soverchio latte
Dopo il parto talor conduce; io dico
L’appio salubre, che piantar si deve,
O seminar chi vuol (quantunque innanzi
1175Per altri tempi ancor), ma in questo è il meglio.
Nullo schiva terren, purch’aggia intorno
Fresche acque e vive: e chi maggior desia
Le sue foglie veder, prenda il suo seme
Quanto in tre dita puote, e ’nsieme aggiunto
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