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Poiché sopra le vien l’agosto e ’l verno.
965Non vi faccian temer le nemiche armi
Del barbato Guardian, ch’aperte mostra:
Ch’ei non fa oltraggio di Diana al coro;
Ma pien di maraviglia e di dolcezza,
La vostra alma beltà riguarda, e tace.
970Poiché, cinti i capelli e colmo il seno
Di rose e gelsomin, vi sete adorne;
Quei che restan dappoi, seccate in parte
All’aure, e fuor del sol; ché ’n tutto l’anno
Il più candido vel che ’l dì vi adombra
975Le delicate membra, e quel che cuopre
Il casto letto, e che la mensa ingombra,
Faccian risovvenir del vecchio aprile:
Gli altri con mille fior di aranci e mirti,
Con mille erbe vezzose, in mille modi
980Si den sotto il valor d’un picciol foco
Stillarse in acque allor che ’l petto e ’l volto
Rinfrescando dappoi v’empion di odore,
Fan più vago il candor, fan più lucente
Della gola, del seno e della fronte
985L’avorio e ’l latte, e p"n tener sovente
Sotto giovin color molti anni ascosi:
Gli altri si mischin poi coll’olio insieme
Di quel frutto gentil sopra i cui rami
Sì veloce al suo mal morì sospesa
990L’impaziente Filli; e non pur d’esso