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o ’l più brun si lasce indietro,
Non il chiuso o l’aperto, il crespo o il largo;
Che troppo onor gli diè l’antica etate,
805E ’l severo Caton dei giusti esempio.

Or che in numer medesmo in terra sparte
Le novelle sue frondi ha la lattuga,
Si cange in parte ove non manche umore
Quando sia caldo il ciel; né le sia parco,
810Trapiantando, il cultor di fimo e d’onda.
Varie sono infra lor: l’una è più verde,
L’altra alquanto rosseggia, e ’ncrespa i crini;
Quella pallida appar, biancheggia questa;
Chi più lunga divien, chi più ritonda;
815E chi più cerca il giel, chi più l’estate;
Pur simiglianti assai, tal ch’ogni tempo
E ’n ogni parte fan, purché ’l signore
Le ’ngrassi e bagni, e le trapianti spesso.
Perché venga miglior, che ’n giro stenda
820Le mollicelle frondi, e perché il seme
Non la faccia invecchiar in mezzo il corso
Della sua breve età, d’un picciol sasso
Se le carchi la fronte, e tagli alquanto
Del sormontante tallo: e chi la vuole
825Candidissima aver, la leghi e stringa
D’un leve giunco in mezzo, e sopra sparga
D’alcun fiume vicin l’umida sabbia:
Chi vuol gusto variarle, al suo congiunga