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Or gli arbori incavar, che sien per mensa
Del porco ingordo, o per presepio al toro:
885Poi per la sua famiglia or seggi, or arche
Pur rozzamente far, che sien ricetto
Del villesco tesoro; or ceste, or corbe
Tesser cantando; or misurar le biade,
E i numeri segnar; or dell’alloro,
890Or del lentisco trar l’olio e ’l liquore
Per gli armenti sanar da mille piaghe.
Or, che vogl’io più dir? che tante sono
L’opre che si pon far quando è negato
Dall’avversa stagion toccar la terra,
895E c’al tempo miglior son poscia ad uopo;
Ch’io nol saprei narrar con mille voci:
Ma tutte al curator saranno avanti
Quando vorrà pensar che l’ozio è ’l tarlo
Che le ricchezze, il cor rode e l’onore,
900E di scherno e di duol compagno e padre.



Fine del Libro quarto.