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Per il Bacco in Toscana, abbiamo adottato il Testo dell’edizione di Matini, Firenze 1685, correggendone qualche erroruccio che di rado vi si trova.

Quanto all’ortografia, abbiamo in questa edizione conservato in generale il metodo da noi tenuto nelle antecedenti nostre, e specialmente nel Dante o nel Petrarca; seguendo per lo più la pratica della Crusca (ediz. sopracc.) perchè essa segue per lo più la pronunzia, la quale, secondochè riflette ne’ suoi Avvertimenti il cel. cav. Salviati, è il vero e primiero e general fondamento dello scriver correttamente. Nondimeno nella Coltivazione ci siamo in qualche caso studiati di adattarci ad un’ortografia propria, in certo modo, dell’Autore; proccurando però di torre ogni equivoco: il che indichiamo, perchè veggendosi qualche volta contrariato il nostro metodo, ciò non si prenda per una incoerenza.

Desideriamo che questa nostra edizione si trovi leggibile, anco in confronto delle più reputate; delle quali non è già pura copia, soprattutto riguardo al punteggiamento affatto, quasi sempre, diverso. È facilissimo che ci sia scappato qualche errore, qualche inesattezza: ne sfuggirono agli Aldi, agli Stefani,