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dizione possasi in quel luogo giustificare senza stiracchiatura. Fra le correzioni da noi abbandonate vi è p. e. la voce uscisse che si legge in Comino al lib. iii, ver. 251, in vece di usciste che sta nell’originale; dove ne sembra (ci è pur forza il confessarlo, supponendo che colà non vi sia un errore di stampa, perchè verisimilmente sarebbe stato avvertito) che il Volpi abbia preso un equivoco, ed abbia per conseguenza alterato il senso di un passo che a noi pare facilissimo, specialmente dopo la nostra puntatura. Il senso di questo ver. 251 è legato, secondo noi, con quello dei ver. 245 e 246, e non con quello del ver. 249, come sembra che il Volpi abbia inteso; nel qual caso parrebbe che Giove avesse promesso che il parto uscisse non maturo; il che è contrario alla mitologia nel proposito: veggasi in Ovvidio Metam. ec. Un altro luogo dove non abbiamo seguito Volpi, è al lib. iii, ver. 515 — ; poi dove gli altri han seggio, in Comino — ; poi dove gli altri ha seggio, nell’originale — poi, dove gli altri, à seggio, in noi; non sembrandoci che questo membro debba necessariamente dipendere dall’antecedente; ma anzi parendoci più poetico il passaggio che fa l’Autore, da noi reso più chiaro col nostro