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Non molto innanzi che la Libra adegue
Colla vigilia il sonno, il buon villano
Il ben c¢lto letame apporte ai campi:
Ché pur allor la terza volta deve
725Dar traversa la riga, acciò che poi
Prendan più volentier la sua sementa.
Sulla piaggia e sul colle, spesso e largo;
Nella valle e nel pian, più raro almeno
Delle tre parti l’una, il fimo spanda;
730Men nel secco terren, che nell’acquoso:
Che l’uno il freddo giel che l’onda reca,
Col temprato calor risolve e scalda;
L’altro asciutto per sé, nel troppo avvampa,
E nel poco o mezzan ristoro prende:
735Pongal di spazio par sopra i suoi campi
Diviso in monticelli, e sol ne sparga
Quanto ne può covrir quel giorno arando.
Il molto erboso pian ch’ha troppo umore,
Come arriva il settembre, il primo sia
740Che sopra il dorso suo porti l’aratro:
L’aperta piaggia poi, che lieta e grassa
E verdeggiante appar, lo segua appresso:
Il magro collicel ch’a mezza estate
Per non aver vigor trovò perdono,
745Or la volta seconda il ferro senta,
Perché più non ne vuol, ma dolce e leve.
Or è il tempo miglior, quando si deggia