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Possa al verno vegliar, donando il cibo
560Alla lucerna sua, mentre elle al fuoco
Alla r¢cca talor traggon la chioma,
O van tessendo chi le scaldi e copra:
Metta l’altre miglior sotto l’arena
Tra l’aride sue frondi, o dentro all’arche
565Fatte del suo troncon: altri ha credenza
Che l’ donar lor tra le cipolle ostello,
Possa far i suoi dì più lunghi e lieti.

Qui l’altissimo pin nel ciel dimostra
Il durissimo frutto esser perfetto,
570Saettandone a terra or questo o quello
Con periglio e timor di chi sta presso.
Questo, c"r si conviene innanzi alquanto
Che i legnosi suoi scogli aprendo il seno
Lassin gir i figliuoi per l’erba errando,
575I quali han brevi i dì: pur chi gli chiude
Dentro un vaso di terra, e ’n terra avvolti,
Può per un anno almen di quei talvolta
Confortar e nutrir gli spirti e i membri.

Della rozza castagna il tempo arriva,
580Che si conosce anch’ei quando dai rami
Lo spinoso suo albergo in basso cade.
Quelle che di sua man battendo scuote
Dall’arbore il villan, veder potranno,
Verdi poste in sabbion, vicino il marzo:
585L’altre che già mature han preso ardire