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Sormontando ei lassù, con man le prenda
Quando mature son; che tel dimostra
480Il suo di sé lasciar vedovi i rami
Senza molto soffiar di Borea, o vedi
Il suo seme imbrunir: portale in loco
Che sia privo d’umor, sia freddo e cieco;
E sopra paglia o fien lor faccia il letto.
485Altri dentro un vasel pon le più care,
Che di pietra o di creta o di sabbione
Ben ricoperto sia; poi le sotterra,
Sotto all’aperto ciel, dentro all’arena.
L’altre debili e frai servar si ponno,
490Come il persico ancor, divise e secche.

Cerchi il cotogno poi, che tanta porta
Sanitade e dolcezza al viver nostro:
Il dorato color che lunge splende,
E ’l soave sentor che largo sparge,
495La sua maturità palese fanno.
Guardi il buon coglitor, che non l’offenda;
Ch’ogni percossa in lui divien mortale.
Ove sia freddo il ciel, chi sol l’appenda
Dal suo gambo sottil con picciol filo,
500In qualche chiuso loco, a legno o ferro,
Gli potrà vita dar d’un anno intero:
Molti albergo gli dan tra verdi fronde
Di latteggiante fico; altri nel mele
Le più mature pone, altri nel vino,
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