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AIDA.
Al nostro amor si schiude.
Là! tra foreste vergini,
Di fiori profumate.
In estasi beate
La terra scorderem.
Radames.
Sovra una terra estrania Teco fuggir dovrei! Abbandonar la patria, L’ara de’ nostri Dei! Il suol dov’io raccolsi Di gloria i primi allori. Il ciel dei nostri amori Come scordar potrem?
Aida.
Sotto il mio ciel piìi libero L’amor ne fia concesso; Ivi nel tempio istesso Gli stessi Numi avrem.
Radames (Esitante.)
Aida!
Aida. Tu non m’ami — "a!
Radames.
Non t’amo!
Mortai giammai, né Dio
Arse d’amore al par del mio possente.
Aida.
Va — va — ti attende all’ara Amneris.
Radames.
iVo! giammai!
Aida.
Giammai, dicesti? Allor piombi la scure Su me, sul padre mio.
I deserti interminati A noi talamo saranno,
Su noi gli astri brilleranno, Di più limpido fulgor.
Aida.
Nella terra avventurata
De’ miei padri il ciel ne attende;
Ivi l’aura è imbalsamata,
Ivi il suolo è aromi e fior.
Fresche valli e verdi prati
A noi talamo saranno.
Su noi gli astri brilleranno
Di più limpido fulgor.
Aida c Radames.
Vieni meco — insiem fuggiamo Questa terra di dolor — Vieni meco — io t’amo, io t’amu.’ A noi duce fia l’amor.
{Si aììontaìiciìio rapidamente
Aida. {Arrestandosi all’improvviso.)
Ma, dimmi: per qual via Eviterem le schiere Degli armati?
Radames.
II sentier scelto dai nostri
A piombar sul nemico fia deserto Fino a domani.
Aida. E quel sentier?
Radames. Le gole di Napata.
SCENA IV. — Amonasro, Aida e Radames.
Radames.
Ah no! fuggiamo!
{Con appassionata risoluzione.
Sì: fuggiam da queste mura, Al deserto insiem fuggiamo: Qui sol regna la sventura. Là si schiude un ciel d’amor.
Amonasro, {Co in parendo.)
Di Napata le gole! Ivi saranno i miei.
Radames. Oh! chi ci ascolta?