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AIDA.

Amonasro.

Pensa che un popolo, vinto, straziato. Per te soltanto risorger può.

Aida. O patria, o patria! — quanto mi costi!

Amonasro. Coraggio! ei giunge — là tutto udrò. (Si nasconde fra i palmisii.

Del Re al voler, del tuo popolo ai voti. Dei sacerdoti all’ira?

Radames.

Odimi, Aida.

Nel fiero anelito di nuova guerra

Il suolo Etiope mi ridestò —

I tuoi già invadono la nostra terra,

Io degli Egizii duce sarò.

Fra il suon, fra i plausi della vittoria.

Al Re mi prostro, gli svelo il cor —

Sarai tu il serto della mia gloria,

Vivrem beati d’eterno amor.

SCENA III.— Radames ed Aida.

Radames. Pur ti riveggo, mia dolce Aida.

Aida. Ti arresta, vanne — che speri ancor?

Radames. A te dappresso l’amor mi guida.

Aida.

Te i riti attendono d’un altro amor. D’Amneris sposo.

Aida.

Né d’Amneris paventi

Il vindice furor? La sua vendetta.

Come folgore tremenda

Cadrà su me, sul padre mio, su tutti.

Radames.

Io vi difendo.

Aida.

Invan, tu noi potresti —

Pur — se tu m’ami — ancor s’apre una

via Di scampo a noi.

Radames.

Che parli mai?

Te sola, Aida, te deggio amar.

Gli Dei mi ascoltano — tu mia sarai.

Aida.

D’uno spergiuro non ti macchiar! Prode t’amai, non t’amerei spergiuro.

Radames. Dell’amor mio dubiti, Aida?

Aida.

E come

Speri sottarti d’Amneris ai vezzi.

Quale?

Fuggir.

Fuggire!

Radames.

Aida.

Radames.

Aida.

Fuggiam gli ardori inospiti Di queste lande ignude; Una novella patria