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22 AIDA.

ATTO TERZO.


SCENA I.— Le rive del Nilo.— Roccie di granito fra cui crescono dei palmizii.— Sul vertice delle roccie il tempio d’Iside per metà nascosto tra le fronde.— È notte stellata.— Splendore di luna.

Coro. (Nel tempio.)
O tu, che sei d’Osiride
Madre immortale e sposa,
Diva che i casti palpiti
Desti agli umani in cor;
Soccorri a noi pietosa,
Madre d’eterno amor.


Da una barca che approda alla riva, discendono Amneris e Radames, alcune donne coperte da fitto velo e guardie.

Ram. (Ad Amneris).
Vieni d’Iside al tempio— alla vigilia
Delle tue nozze, implora
Della Diva il favore— Iside legge
Dei mortali nel cuore— ogni mistero
Degli umani è a lei noto.
Amneris.
Sì! pregherò che Radames mi doni
Tutto il suo cor, come il mio core a lui
Sacro è per sempre.
Ramfis.
Pregherai fino all’alba— io sarò teco.


(Tutti entrano nel tempio.— Il coro ripete il canto sacro.)

Aida.

(Entra cautamente coperta da un velo.)

Qui Radames verrà— Che vorrà dirmi?
Io tremo— Ah, se tu vieni
A recarmi, o crudel, l’ultimo addio,
Del Nilo i cupi vortici
Mi daran tomba— e pace forse— e oblio.
O cieli azzurri, o dolci aure native
Dove sereno il mio mattin brillò—
O verdi colli— o profumate rive—
O patria mia, mai più vi rivedrò!


SCENA II.— Amonasro e Aida.

Aida.
Cielo! mio padre!
Amonasro.
A te grave cagione
Mi adduce, Aida. Nulla sfugge al mio
Sguardo— D’amor ti struggi
Per Radames— ei t’ama— e qui lo attendi.
Dei Faraon la figlia è tua rivale—
Aida.
Razza infame, aborrita e a noi fatale!
E in suo potere io sto!— Io d’Amonasro
Figlia!
Amonasro.
In poter di lei! No!— se lo brami
La possente rival tu vincerai,
E patria, e trono, e amor, tutto tu avrai.
Rivedrai le foreste imbalsamate
Le fresche valli, i nostri templi d’or!
Aida.
Rivedrò le foreste imbalsamate
Le fresche valli, i nostri templi d’or!
Amonasro.
Sposa felice a lui che amasti tanto,
Tripudii immensi ivi potrai gioir.
Aida.
Un giorno solo di sì dolce incanto—
Un’ora di tal gaudio— e poi morir!