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10 AIDA. De" miei fratelli — oncl’io lo vegga, tinto Del sangue amato, trionfar nel plauso Dell’egizie coorti! E dietro il carro, Un re — mio padre — di catene avvinto! L’insana parola, Numi sperdete! Al seno d’un padre La figlia rendete; Struggete le squadre Dei nostri oppressor! Sventurata! che dissi? e l’amor mio? Dunque scordar poss’io Questo fervido amor che oppressa e schiava Come raggio di sol qui mi beava? Imprecherò la morte A Radames — a lui che amo pur tanto! Ah! non fu in terra mai Da più crudeli angoscie un core affranto. 1 sacri nomi di padre — di amante, Né profferir poss’io, né ricordar — Per l’un — per l’altro — confusa — tremante — Io piangere vorrei — vorrei pregar. Ma la mia prece in bestemmia si muta — Delitto é il pianto a me — colpa il sospir — In notte cupa la mente é perduta — E nell’ansia crudel vorrei morir. Numi, pietà — del mio soft’rir! Speme non v’ha pel mio dolor, Amor fatai, tremendo amor. Spezzami il cor — fammi morir! SCENA V. — Interno del tempio di Vulcmio a Menfi. — Una luce misteriosa scende dall’alto. — Una lunga fila di colonne, l’ima all’altra addossate, si perde fra le tenebre. — Statue di varie divinità. — Nel mezzo delia scena, sovra un palco coperto da tappeti sorge l’altare sormontato da emblemi sacri. — Dai tripodi d’oro si innalza il fumo degli incensi. Sacerdotesse (Nell’interno). Possente, possente Fthà! del mondo Spirito animator, oh! Noi t’invochiamo! Immenso Fthà, del mondo Spirto fecondator, Noi ti invochiamo! Fuoco increato, eterno. Onde ebbe luce il sol. Noi ti invochiamo! Sacerdoti. Tu che dal nulla hai tratto L’onde, la terra e il ciel, Noi ti invochiamo! Nume che del tuo spirito Sei figlio e genitor. Noi ti invochiamo! Vita dell’universo. Mito di eterno amor, Noi ti invochiamo! R.DAMES viene introdotto senz’armi — Mentre va all’altare, le Sacerdo tesse {ballerine) eseguiscono Ig danza sacra. — Sul capo di Radamet vien steso un velo d’argento. Ramfis. Mortai, diletto ai Numi — a te fida-;;-? Son d’Egitto le sorti — Il sacro brando Dal Dio temprato, per tua man diventi Ai nemici terror, folgoie, morte. (Volgendosi al Nunu: Nume, custode e vindice Di questa sacra terra, La mano tua distendi Sovra l’egizio suol. Radames. Nume, che duce ed arbitro Sei d’ogni umana guerra, Proteggi tu, difendi D’Editto il sacro suol! Sacerdoti e Sacerdotesse. — Ramfis ai piedi dell’altare. — A suo tempo, Radames. — Si sente dall’interno il canto delle Sacerdotesse accompagnato dalle arpe. (Mentre Radames viene rivestite^ delle armi sacre, le Sacerdotesse ed i Sacerdoti riprendono l’inno religioso e la mistica danza. FINE DELL ATTO PRIMO.