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s E t O:N D A CAP. XIII. T quando fianodoi nemici, l’uno in Guardia di N. 8c l’altro in C. (tendendoli C.inl.di fcarfo confinta di offender’N. nel ginocchio ouero nel braccio, o ne la (palla manca, per effer’li quelle parti più uicineà la fpada, & (limolatolo in modo, che debbia uenire _à ferir’lui de I.& ritirandoli in A. & battendo ingiù il colpo di N. quale li haueffe (pinco contra determinai:amente per rifpofta lo potria ferir di H. Et benché N. poteffe con finta & una uol ta di manopaffar’innanzi, per un mandritto d alto & dabaffo. nondimeno ritirandofi(come ho detto) C. m A. malamente 1 amerebbe da baffo, rifpetto à la fpada di A.ne la quale,men tre cala, uiene ad inuettirfi da fe,mancandoli tanto di fpada per la Linea obligua che fa col braccio & con la fpada da la fpalla a terra, quanto auanzaad A.tenendo la lua Linea quali retta.da alto non l’offenderebbe, perchè uerrebbe la botta parata da fe.