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D 5 ’urialtra terza C A P. XXVI. T fe parefle ancor al nemico, fondandoli ne le fopra-dette opinioni, firmarli ne la Terza fimilmente col pie finiftro innanzicontra di Quefto, come ne la ante cedente figura Quefto fenza perder’punto di tempo cafo che prouocato l’hauefle come di (opra, fubito li» — — — 1 li metterebbe à rincontro in Terza ftretta ordinaria di paflo co’l pie dritto innazi tenendo però la punta de la Ipadapret fo à terra accio ch’il nemico non gliela potete tettola reo pugnale & fermo che folfe.in un nredefimo tempo mettereblbe ladee ta punta’fopra il pugnale de fauerfario mauoiendo-e-ffo alzarlacon detto pugnaleA paflarli contra con la fpada fua peroftndeilo fto fe/aa altro induggio, fchifando il pugnale.abbaierebbela.fu a. nunta & trappaffando innanzià la fua parte delira, uerlo la fimflra del nemico fpingirebbe di Quarta,contrai petto portando unto in un ternpo k perfona dietro al pie deliro, & fe pur nonpdtefle ftklo &in tanto il nemico paffaffe, (^udtob^rebbepurWaltra mano diriuerfo la fpada contraria /«erJekduajP^eArfto n giù. Et quelli atti farebbe tutu in un tratto, eccetto la finta che ua in nanzi. De, A perchè alcuno potria dimandarmi fe lefopradettc Guardie ambedue col pie finiftro innanzi ciò e la 1 rima & laTerzaftelfero ugualmente, fi come ne le piecedenti ultime figure s’e uifto, & uolefle intendere, lecondo il parer’mio, qual di l’oro folle più proueduto, ouero fi ritr ouafle con maggiofauantaggio per poter re j «mico rRefponderei che con fattica poma giudicai» chi offenderai n molto P f ac il e d’incitarli al ferire per il dubio che pen folfe, ne fa re ^ de ^ prima Guardia} per che fpingendo fu no.&faltro in un tratto fcnztt fingere 3 l’auantaggio fora di 0