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i T occorédo ch’il nemico nò fpingeffe, Quefto andarebbe innazi Vy ne la Terza ftretta di pafTo,ponédofi come ne la figura che fegui S & uenirebbe in quello atto, acciò ch’il nemicoueneffe cotta diluì, ritrouandofi uicinijquafi à mezza fpada,béchele fpade no fi tocchino. De l’atto fignato per G. CAP. XVII. T-, T s’il nemico fcarrica una imbroccata ferma contra quefl’altra, Quefto nel medefimo tempo che etto fpinge, uolgera la perfoJLv l’orm He la feeuente figura, doue con quel girar lolo, rana. c ° m f a l‘T,° «arte dritta fua“et alzando la m’ano in Quatta alCend0 ‘tó^S^^uàp«toltft;adinueftitIineIaliu da’&Quefto fi leuarebbe da la fua linea,ciò è da la fpada, col f u?|“ I n,Sa fin tanto che Quello ueniffe inTerza fopra detta effo fpm nelle contraTrederei che non potere offenderlo, per la mano manca fa quale da li-,in quell’atto,mene àbattere m grafia punta contraria la nalcofa anzi li darebbe occafione di ferirlo di Quarta, dico d > r le rnurli Ftfepur’nonlifpingeffe contra, Quefto perefleregià f° Pr r * ta f nto d inhanzi P & quali con fuo pericolo’ ritrouandofi in detta (borio tan _,,,■ ’ ’ % pettat’altro & fenza perdere più tempo, ad ^ comeditoa.E parendo ad alcuno che quefto ìnueftirlo p^ co Iofo &fore di ordinaria dilciphrifpondo che h horaini’dfiionore benfianno li modi,& le ni che fi debbono adoperar^ effequire ftando a le mani confi nen rat za rieicofto le uittorie,& morti,dei Combattenti.Si: che ^ ue, ti, Linee, Circunfcrcnzc, & Superficie.