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p a k ti m 19 di uno paffandò troppo uicine à la parte delira de l’altro fono perico lofe,& che per non fottopo’rli à tanto rifchio douerebbe riparar li col pi del fopradetto entrar’per forza uoltando di riuerfo per gamba, o pertella,& anco di llramazzone, & di mandritto medefimamente per tefta, & peij trauerfo? d’alto, & da baffo. Pur’à me par’di poterli rifpondere, ché la loro auertenza, & confideratione, uerrebbe à prò polito quando s’hauelfe da fare, o ritrouandolì àie mani con qualche perfona’rozza, & di.poco ingegno, & che non fapeffe, o non in tendelfe l’importanza di molti colpi notabili, come fonde finte diuerfe, le mezze botte, le uolte, & giri di mano, il feguir’col pie man co, le prejTe del braccio, & dar’un’urto col fpunta piede, o di fpinger’una ftocc^ta,& di buttar’à terra,& di tor l’arme, & di far’anco di li al tri trattfpericoIolì.-Pero Itandofi à le mani con huomo accorto,& aue duto’, qpale conofchi la fultanza de li foprafcritti colpi,dico che il riparàrli non folamente faria inutàle,ma ufa,ndoIo, farebbe dannofo per le fopradette ragioni.. Et con quella cónclufione farà pollo il fine per hora à la Terza Guardia co’l paffò largo fecondo il giuditio mio, da poterli con màggior’au a màggio diffenderfi dal nemico, & offender’lui^ contrai’opinione di coloro, de ‘aTua Terza col palio mezzano,& cl’altri effetti che fono deferitti: riferbando però di ragionarne più allungo, perchè tutta la fullan zae’lmedollo di queft’elfercitio è fundàto quali in quella Terza ftféttà coli feguirò à dire; de la Quarta col palfo largo. C a 1 W8kl‘