Pagina:Agrippa - Di M. Camillo Agrippa Trattato di scienza d'arme, 1568.djvu/26

ro^> m ^° P er flimolado ^onfintalunga, o cortami punta oueo di taglio potrebbe, a fatuca toccarlo, che da le non deflene la punta de la fpada.-medefimamenre drizzando il braccio uerfoil ne nnco &mouendo fubito il corno noi il j •• ne ~»,r«Wratep ogni d ifegno, potrebbe ferirlo di punta. Effe LìfjZT? rio di nouofprezzando il pericolo fi rifolueffe Tf d ° aucrfa; §C con la man’finiftra ouero col f i- & C °1 pugnale, dola in su per ferirlo’ dico rh ^ r i a punta batten ’ ca del nemico & portando iV°l trau f° > «««la parte man^Quarta, erede.! che De la tirila guardia tignata per C. CAP, vi. 1 |^^:z:r^ai^ econdi Z a l d Z?t ma tandofnLf^«atamente, & tutte infieme. SeguidelaTerzaGuard 0 ^ 0 ^ 0 ’ Uenjf0a Ja decbiara tione fa & offe fa ridicendo che ff P ° trÒ dire dda di£fc mico li foffe uno i n Seconda liretta,s il ne rà fpingere innanzi la mano in l 0u. e? e ntirarb P er forzandone tro,acciò che per la punta non Sf /?’ rmra ” do lJ pietfniflro indie to li h’imarà in quella Terza col, auicina f Peb > nel medelìmo trat con l’altre tre Guardie Prin’- i P N °^ ar §°3f come ne la fua figura fealquatoTfitam^^a uoreHei^ 1S ^ U /r° d * bo P ra:< ^ s flonicefitek» da potaleh approflìmare,douerà farri medefimo, - t fingendo