Pagina:Agrippa - Di M. Camillo Agrippa Trattato di scienza d'arme, 1568.djvu/103

S E C o: N ’. ]>: A CAP. XXV. AVENDO difignato dire ancora come fi adoperaffe il Spadone: ma confiderato meglio che quanto fi poteffe dire farebbe uano, per la incerta regola de le Tue botte le quali uanno per l’aria: mi è parlo con fotisfattion’di chi lo sà adoperare, & chi non sà, laffar’di, ragionarne, non potendo effere, eccetto una confufione d’intelletto ogni auifo, & difciplina chefe ne delTe, fenza il proprio elfercitio,ouero effettuai demoftratione,da alcuno de la prò felfione: auertendo folamente, che ritrouandofi doi con fpadoni po tranno fare di punta quelle botte medefime, che fi fono defcritte di fopra de l’arme d’Afta. CAP XXVI. ORA fiamo à caualli, à termine ciò è doue faria conueneuole parlar’del modo di combattere a cauallo,hauendo ra gionato a baftanza del combattere à piedi, ma non potendoli dar certa regola di fcientia alcuna, non elfendofi fatta in effa la debita prò felfione con l’arte, & per la inco mmodità nata meco, & fempre crefciuta fìn’adeffo, non hauendo potuto effercitar mi in quella del combattere àcauallo, benché per natural’uirtu mi deffe l’animo, togliendo l’elfempio dal combattere à piedi, faper dire circa quello del cauallo alcuna còfa ancora,forfè non poco profit teuole, oc utile à molti, non però uoglio doue non mi pare liberamen te pote r dire d’ogni pertinentia à quello elfercitio, ouero la maggior parte, intricarmi con poca robbain raggionamento di tanta^ fullanza. Perciò laffando quella imprefa à chi per la commodità s’è potuto elfercitarein quella Arte, mettendo qui il fine di ragionare coli dei combattere à piedi, come di quello d’à cauallo non diro altro.