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5. Più rimarchevole d’ogn’altro fu il seguente caso. Una Donna, dopo alcuni mesi d’impressione dolorosa verso l’intestino colon, lasciò vedere la comparsa di sensibile elevazione nel luogo medesimo, la quale, attentamente esplorata, mosse il sospetto di locale affezione, dipendente da arresti di umori, che potevan dar fondamento alla formazione di un tumore. Ebbi ricorso al sapon veneto, e alla gomma ammoniaca sulla lusinga, che tale stimolo, scuotendo l’attività delle forze vitali, dovesse mettere in moto gli umori arrestati, e togliere le disposizioni al mal locale. Fu vano il mio operato: aumentarono li sintomi, e si destò febbre ardita. L’Olio di Faggio, somministrato, mattina e sera, alla dose di un’oncia, continuandone l’uso per dodici giorni, poco a poco dopo copiose evacuazioni di giallagnole feccie tolse il dolore, e l’intumescenza locale, e dispose lo donna a metter piede nel cammino di perfetta guarigione.
In molte pleuritidi, e peripneumonie steniche l’Olio di Faggio mi è sempre riuscito vantaggioso all’oggetto di calmare i dolori. L’uso poi esterno in simili incontri non m’è mai andato in fallo: appena dopo ventiquattr’ore d’applicazione d’Olio, le molestie dolorose hanno sempre avuto temine. Similmente nelle contusioni, e in breve intervallo di tempo le unzioni fatte col medesimo Olio hanno sempre giovato.
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