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OSSERVAZIONI

SOPRA L’USO MEDICO DELL’OLIO DI FAGGIO

NELL'OSPITALE AZZOLINI

DEL CITTADINO DOTTOR DOMENICO

ANTONIO MANDINI

12. Gennaro 1803.


1. Un uomo infermo per malattia febbrile stenica con predisposizione di stimolo diretto, tutt’a un tratto si trovò offeso il sistema orinario con accresciuto eccitamento manifesto per il calore, e per il dolore con l’accompagnamento di soppressione delle orine. Tre oncie d’Olio di Faggio calmarono l’affezione locale in modo, che, sedato l’eccitamento, e riaperto lo scolo delle orine, fu men difficile il provvedere all’universale, e il guadagnare la malattia.

2. Una donna inferma per affezione febbrile reumatica con sintomi di tosse gagliarda, e di nerporo difficile, dopo aver prese, tre sere consecutive, tre oncie d’Olio di Faggio mescolate al brodo e al torlo d’uovo, ne riportò li seguenti vantaggi. La prima sera, minor eccitamento nelle impressioni locali: la seconda, esaurimento di eccitabilità nell’universale: dopo la terza sera, presenza di salutare equilibrio.

3. In un vecchio aggravato per astenica locale affezione nel sistema polmonale, quattr’oncie d’Olio bastarono a riaprire lo sputo di materie catarrose, ed a sollecitare la guarigione.

4. In una puerpera, la di cui pelle era coperta di pustole scabbiose, nella circostanza dei primi trasporti dell’umor latticinoso alle mammelle, tutt’a un tratto gli stimoli scabbiosi si diressero all’interno, ed occuparono il sistema intestinale a segno, che una tormentosa colica, portando seco infiammazione di basso ventre, minacciava la vita. Il solo Olio di Faggio impiegato epicraticamente, e introdotto a maniera di sottrativo trionfò degli stimoli ingiuriosi; richiamò alla pelle le pustule scabbiose, stabilì ordine naturale negli organi lattifri, e dopo sette giorni comparir fece una tranquilla convalescenza.

5.