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dell’Olio di Faggio riguardo agli usi di cucina e di lucerne. Ora passerò a mostrare la sua virtù medicinale, virtù sino ad ora non conosciuta o trascurata.

Non ostante l’intima mia persuasione, che l’Olio di Faggio potesse giovare agl’infermi in tutti quei casi, ne’ quali la convenienza medica crede utili gli Olj di mandorle dolci, o di lino, prima di esibirlo, volli sottoporlo ad un semplice esame chimico. Con l’opera dell’egregio Giovine Farmacista Cittadino Sgarzi feci porre poche oncie d’Olio di Faggio di prima espressione in una storta di vetro, e con calore graduato fattane distillazione, ebbi da principio una flemma delicatamente acida, ed un’Olio tenue; rimase nel fondo della storta una sostanza carbonosa, la quale calcinata non diede alcun prodotto alkalino. Non contento di ciò, feci esplorare l’Olio di Faggio coll’acido nitroso, ed ottenni una materia crassa untuosa, che lo distingue per un’Olio pingue, emolliente, e non disseccante. Decisa con questi semplici tentativi la proprietà emolliente, e gentilmente solutiva dell’Olio di Faggio, con più sicurezza lo proposi per uso medico ai clinici, che hanno la cura degli infermi, in quei luoghi dove la pubblica beneficenza raccoglie gl’infelici bisognosi. Io riferirò fedelmente alla fine del mio rapporto le loro osservazioni.

Il primo caso in cui mi accadde di ricorrere all’Olio di Faggio nella mia ristretta pratica medica, fu in un soggetto giovine di fibra robusta, e di temperamento bilioso. Questi si espose incautamente alle ingiurie dell’aria fredda, e ne ritrasse una doglia al lato sinistro con febbre acutissima, tosse cruda, sete ardente, respirazione angusta, ardore di urina, e smania convulsiva. Cercai di frenare la diatesi stenica con due emissioni di sangue nello spazio di ventiquattr’ore, e coll’uso di copiose bibite di acqua acidula. La sera del secondo giorno gli feci prendere tre oncie d’Olio di Faggio, filtrato per carta. L’Olio non disgustò il mio infermo; non gli fece soffrire alcun nauseoso fiato; non riuscì pesante al di lui stomaco; e dopo alcune ore lo lasciò in braccio ad un placido sonno che durò quasi tutta la notte. L’indomane trovai una notabil calma di tutti i sintomi, i polsi più molli, e meno frequenti. Sospesi la terza puntura di vena già ideata, e gli ordinai un cristere con tre oncie di Oglio parimenti di Faggio.1 In breve


re-
  1. È notabile, che nel caso di restituire il cristere senza materie fecali non si sente alcun odor disgustoso, ancorchè il cristere sia stato per qualche tempo negl’intestini.