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4. Reddit e un ragazzo milionario     67


Mentre stavamo sviluppando Reddit – scrive Swartz sul suo blog – era abbastanza comune imbattersi in persone che ci riconoscevano e che si avvicinavano per salutarci. A titolo di battuta, ci facevano notare come il nostro sito avesse letteralmente “ucciso” la loro produttività quotidiana: lo controllavano, infatti, cento volte al giorno.


Aaron inizialmente sorrideva per quei commenti simpatici. Pian piano, però, iniziò a trovarli sempre più ansiogeni e inquietanti. Che cosa stavano creando, con Reddit? Era veramente qualcosa che la gente desiderava, e di cui aveva bisogno?

Il giovane ricorda, allora, quegli anni come tendenzialmente effimeri e vuoti. Come anni nei quali la semplice popolarità e il grado di apprezzamento da parte degli utenti erano l’unica metrica per misurare il successo di una startup tecnologica nella Valley.

Siamo nel periodo, si ricordi, nel quale anche Twitter stava iniziando a guadagnare popolarità, e anche per Twitter le considerazioni erano simili: poteva apparire una perdita di tempo, ma era diventato estremamente popolare. E in quegli anni, se diventavi popolare – o “mainstream”, utilizzando un termine che allora si stava diffondendo anche nel settore tecnologico – guadagnavi automaticamente un valore.

Aaron, al contrario, si era sempre voluto concentrare, per tutta la sua vita, sul valore delle informazioni e dei contenuti, e si trovava a operare in un ambiente che, invece, stava diffondendo contenuti-spazzatura in ogni ambito. Contenuti che, nella sua visione, erano pensati per far perdere tempo, per portare via ore e minuti degli utenti su schermo. Rimanevano i blog, certo, che lui ha sempre visto come possibili fonti di elementi di valore, ma sembrava che tutti fossero attirati, in quegli anni, da “cibo spazzatura”. E che il web si stesse rapidamente riempiendo di simili contenuti.

Ciò lo portò a sollevare il problema se la costante fruizione, da parte degli utenti, di pillole di contenuti senza alcun valore – arrivò a definirli “inutili” o “spazzatura”, parlando di foto di tramonti e di barzellette – fosse in così rapido aumento semplicemente perché non era richiesto alcuno sforzo cognitivo in capo alle persone. E, ovviamente, non vedeva questa cosa come un bene, nonostante il mercato già allora andasse, spedito, in tale direzione.

Lui, però, era un programmatore. Era uno di quei talenti che stavano costruendo l’infrastruttura sulla quale circolavano quei contenuti-spazzatura.

Perché, si domandava, i programmatori devono essere così privi di etica e contribuire a trasformare un’intera nazione, grazie a simili progetti, in una “Nazione di Ignoranti”? Come mai le startup devono contribuire a questa evoluzione negativa? Dove ci porterà questo dilagare di un’idiozia online fatta di foto di gattini e di contenuti con sintassi scadente?