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2. Un teenager su un milione     45


Nell’aprile del 2002, durante le prime fasi di lancio di Creative Commons, Lisa informò Aaron di un incontro tecnico ad Harvard, e voleva assolutamente che partecipasse. Voleva includerlo nell’intero progetto, con le stesse modalità con cui era coinvolta lei. Lui le disse che aveva solo quattordici anni, e che doveva prima contattare sua mamma per avere tutte le autorizzazioni del caso.

Quando Lisa insistette affinché partecipasse a quell’incontro, tutti, anche Lawrence Lessig, videro inizialmente la cosa molto strana e, soprattutto, poco “ortodossa”.

Hai bisogno di un quattordicenne per svolgere meglio il tuo lavoro di programmazione? era la domanda tipica che le facevano. E la risposta era «sì». «Ho bisogno di Aaron» – diceva sempre Lisa – «per essere sicura che la nostra licenza di markup di Creative Commons che stiamo per lanciare sia la migliore possibile».

Le persone, in definitiva, erano solitamente scettiche circa la figura di Aaron, e le sue capacità, quando scoprivano che aveva solo quattordici anni. Ma bastava parlare un poco con lui, ed era in grado di convincere tutti.

Quando Lawrence Lessig lo incontrò, capì immediatamente che Aaron era pronto per diventare una sorta di “uomo di stato” tecnologico. E lo stesso capitò a Cory Doctorow, scrittore e attivista, che ne rimase altrettanto impressionato.

Ho conosciuto Aaron quando aveva quattordici o quindici anni – ricorda Cory in un suo post su Boing Boing – stava lavorando su progetti correlati all’XML e veniva spesso a San Francisco. Stava da Lisa Rein, una mia amica che si occupava, anche lei, di XML, che si prendeva cura di lui e che assicurava ai suoi genitori che il ragazzo fruisse di una costante attività di supervisione da parte di un adulto. Per molti versi, però, era già un adulto, con un intelletto profondo e veloce, che lo faceva sentire completamente parte integrante del contesto sociale che si era creato attorno a Internet. Apparteneva ormai, completamente, a un luogo in cui sono solo i tuoi pensieri a contare, e non chi sei, o quanti anni hai. Ma anche allora era, per altri versi, inequivocabilmente un bambino. Mangiava solo cibo di colore bianco. Si andava in un ristorante cinese e lui ordinava riso al vapore. Gli suggerii che si potesse trattare di un problema di percezione eccessiva dei sapori, un fenomeno definito, dai medici e dagli scienziati, come “supertaster”, e gli diedi indicazioni su come verificarlo. Lui lo fece, si documentò, e concluse che lo era sicuramente. Abbiamo discusso spesso circa i gravi problemi allo stomaco che aveva, e su come avrebbe dovuto fare attenzione: i “supertaster” hanno la tendenza a evitare le verdure dal gusto amaro e finiscono, così, per essere carenti di fibre e vitamine. Si è subito documentato sull’argomento, ha elaborato una strategia per mangiare meglio, e l’ha messa a punto.
L’ho presentato a Larry Lessig – rammenta, ancora, Doctorow – e ha partecipato attivamente ai progetti del team tecnico originale di Creative Commons. Si è impegnato molto anche nelle questioni più teoriche, relative alla difesa delle libertà tecnologiche. Aaron aveva ideali forti, e profondamente radicati, ma era anche un giovane molto suggestionabile che, spesso, si lasciava trasportare improvvisamen-