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206      Aggiustare il mondo

te. In un certo senso, Aaron è un ammonimento per l’unschooling. Una delle lezioni che la scuola insegna è che le persone che fanno le regole non sono obbligate a seguirle. È una cosa che anche gli studenti più ribelli imparano, in un modo o nell’altro, ma Aaron ha cercato una serie di regole diverse e si è fatto strada fuori dalla scuola. Da un lato Aaron era felice della sua scelta, e si sentiva più coinvolto e a suo agio con i compagni online; dall’altro, ha dovuto sopportare una pericolosa lezione sulla navigazione nei sistemi burocratici. Molti studiosi di diritto ed esperti di tecnologia pensavano che Aaron si fosse attenuto alla lettera della legge, ma il sistema giudiziario penale è contrario al tipo di hacking che lui era solito praticare. Non so se abbia pensato di fuggire dal Paese, ma ne dubito. Forse, se fosse sopravvissuto per vedere Edward Snowden e la sua fuga dall’estradizione, le cose sarebbero state diverse.

Harris se la prende, nella parte finale del suo articolo, con tutti coloro che, dopo i fatti, si sono in un certo senso “chiamati fuori”. Critica, in particolare, Lawrence Lessig e il MIT.

Sono rimasto sorpreso – conclude Harris – quando ho visto il filmato di sicurezza di Aaron che entrava nell’edificio del MIT, con il casco da ciclista tenuto a malapena davanti al viso e i capelli che spuntavano ai lati. Avevo letto il Manifesto, ma non pensavo che rispecchiasse davvero le intenzioni di Aaron. Ero preoccupato per quello che poteva succedergli, ma non così tanto. Pensavo che avesse un sostegno istituzionale sufficiente a limitare la sua eventuale punizione a un buffetto. Ero, soprattutto, arrabbiato perché non aveva preso abbastanza sul serio quello che stava facendo; con un team, e un po’ di pianificazione, le autorità non sarebbero mai state in grado di collegare Aaron a quell’azione. Ma le operazioni segrete non erano uno dei suoi punti di forza, e non ha mai avuto la possibilità di imparare. Se faccio parte del noi che contava su Aaron, allora faccio anche parte del noi che lo ha deluso. Pensavo che le sue conoscenze, la sua credibilità e la sua reputazione lo avrebbero tenuto al sicuro, e forse lo pensava anche lui. Forse lo abbiamo convinto che un ragazzo come lui potesse cambiare il mondo, o almeno trovare sempre una via di fuga. Ma non c’è individuo che non possa essere eliminato se oltrepassa la linea sbagliata o, semplicemente, se incontra il procuratore sbagliato. Quando ho visto Lawrence Lessig, amico intimo di Aaron, mentore, stimato avvocato e professore di Harvard, prendere le distanze dalle azioni di Aaron dopo la sua morte, mi sono infuriato. In un post sul blog che denunciava il procuratore del caso di Aaron, Carmen Ortiz (di cui, in qualche modo, trascura di fare il nome), Lessig ha avuto cura di premettere che se ciò che il governo sostiene è vero, allora ciò che ha fatto Aaron è sbagliato. E se non è sbagliato dal punto di vista legale, almeno è sbagliato dal punto di vista morale. Le cause per cui Aaron ha combattuto sono anche le mie. Ma per quanto rispetti coloro che non sono d’accordo con me, questi pensieri non sono i miei. È stato vile, irrispettoso e ha isolato nuovamente Aaron nella morte. Era, il ragazzo, un tragico spreco, non un compagno ucciso o un martire. Dire che era mal consigliato serviva come scusa per non essere al suo fianco.