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192      Aggiustare il mondo

solito, per un po’, sul futuro di Internet, o sul potere della attività collaborativa di massa in rete, ho pensato che la cosa più interessante di cui potessi parlare fosse “Come trovare un lavoro come il mio”

L’incipit del post ha un tono ironico; Aaron ne approfitta, però, per ricordare l’infanzia a Highland Park, in mezzo al verde.

Come ho fatto a trovare un lavoro come il mio? – scherza, in primis, Aaron – Senza dubbio, il primo passo sarebbe quello di potersi scegliere i geni giusti: sono nato bianco, maschio, americano. La mia famiglia era benestante, e mio padre lavorava nell’industria informatica. Purtroppo, non conosco alcun modo per poter scegliere in anticipo queste caratteristiche quindi, probabilmente, questo primo consiglio non vi sarà di grande aiuto. D’altra parte, quando ho iniziato ero un ragazzo molto giovane, bloccato in una piccola città in mezzo alla campagna. Quindi ho dovuto elaborare dei trucchi per uscire da quella situazione. Nella speranza di rendere la vita un po’ meno ingiusta, ho pensato di condividerli con voi.

Il primo “trucco” che Aaron condivide con l’uditorio è legato alla sua incessante voglia di imparare, di leggere, di conoscere, di elaborare informazioni. Da questa prima parte traspare, naturalmente, tutto il suo amore per i libri, per la conoscenza e per i contenuti. E ogni sua attività doveva avere un esito naturale in quella rete che, allora, stava esplodendo: l’unico modo concreto che Aaron vedeva per rendere tutto pubblico.

La prima cosa che ho fatto – ricorda Aaron – e che, presumibilmente, tutti voi avrete già intuito, è stata quella di imparare a conoscere i computer, Internet e la cultura di Internet. Ho letto un mucchio di libri, ho letto un numero enorme di pagine web e ho fatto tanti tentativi. Per prima cosa, mi sono iscritto alle mailing list e ho cercato di capire e interpretare le discussioni, fino a quando non mi sentivo a mio agio nel partecipare al dibattito in prima persona. Poi, ho studiato i siti web e ho cercato di costruirne uno mio. Infine, ho imparato a costruire applicazioni web e ho iniziato a farlo. Avevo tredici anni.

Il secondo trucco, suggerisce agli ascoltatori, è quello di provare sempre. Di fare, e mettersi alla prova, in ogni momento. È la tipica filosofia americana del just do it, di avviare decine di progetti senza pensarci troppo. Alcuni moriranno, altri si riveleranno sbagliati, altri, ancora, saranno abbandonati, ma qualcuno rimarrà.

Il primo sito web che ho costruito – nota il giovane – si chiamava “get.info”. L’idea alla base di quel progetto era quella di offrire un’enciclopedia online gratuita che chiunque potesse modificare, integrare di contenuti o riorganizzare, direttamente dal proprio browser web. Ho costruito il tutto, ho aggiunto molte funzioni interessanti, l’ho testato su tutti i tipi di browser e ne ero, obiettivamente, molto orgoglioso. In realtà, vinse anche un premio come una delle migliori nuove ap