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9. Liberare il diritto e i tribunali     103

chiaramente in contrasto con l’idea di addebitare ai cittadini unicamente i costi necessari per far funzionare il sistema.

Anche i venti milioni di costi, secondo molti esperti, erano eccessivi: una migliore organizzazione del sistema informatico avrebbe fatto risparmiare ulteriori fondi ai cittadini.

Nonostante ci fosse un velo di segreto sul suo funzionamento, l’impressione era che lavorasse in maniera davvero poco efficiente: si basava su server e dipendenti singoli in ogni distretto, e su connessioni di rete affittate da società private. Schultze era convinto che vi sarebbe stato un abbattimento dei costi semplicemente facendo migrare il sistema su una moderna piattaforma di cloud e su hosting provider che fossero, comunque, certificati dal punto di vista della sicurezza, come già avveniva per altri computer e servizi governativi.

Per di più, erano proprio il settore governativo ed esecutivo a versare a PACER milioni di dollari in diritti di copia: il solo Dipartimento di Giustizia spendeva quasi quattro milioni di dollari all’anno per accedere ai documenti dei tribunali. Ciò comportava che le somme pagate da tutte le agenzie governative e pubbliche per l’uso di PACER fossero più che sufficienti per coprire i costi di gestione dell’intero sistema. In altre parole: sarebbe stato già possibile, senza problemi di bilancio, eliminare ogni tassa di copia per gli utenti privati.

Il problema, nota Schultze, è che il sistema genera cento milioni di dollari di profitti all’anno. E questi profitti vengono usati anche per altri servizi dell’amministrazione della giustizia e per progetti non connessi a PACER.

L’attivista scrisse, anche, un Open Pacer Act, un progetto di legge molto semplice, ma significativo, che prevedeva solamente due articoli: uno contenente la revoca della possibilità di imporre tasse per i diritti di copia nei tribunali, e il secondo volto a stabilire l’obbligo che tutti i documenti pubblici – i public records – fossero liberi.

Nel momento in cui Swartz mette gli occhi su PACER, e inizia a pensare alla creazione di uno script che sia in grado di prelevare dal sistema più documenti possibile, approfittando del periodo di prova gratuito, abbraccia alla lettera le motivazioni, le idee e le indicazioni di Malamud e del gruppo degli scrapers: quei documenti devono essere gratis, perché sono prodotti del settore pubblico, non sono soggetti a copyright e quindi non devono essere fatti pagare.

Malamud, nel momento in cui l’amministrazione statale annuncia un periodo di prova gratuito sul sistema, lancia una call pubblica: una vera e propria chiamata alle armi per cercare dei “soldati” e per individuare qualche volontario che lo aiuti nell’estrarre da PACER più materiale possibile. Aaron si unisce al gruppo e, nel settembre del 2008, si reca in una biblioteca a Chicago e installa uno script in Perl che agisce scaricando un nuovo documento dall’archivio ogni tre secondi.

Prima che i responsabili del sistema individuassero questa anomalia e chiudessero il servizio, Aaron aveva già scaricato 19.856.160 pagine. Tutte queste