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Il canto dell’amore.


Se a te, larvata di fraterna fede,
venga l’insidia; e su’ tuoi campi mieta
la frode; e compia sue viltà l’oblio;
alla tua pena l’anima ripeta
                                                  che ti resto io.

Se la bufera schianterà i domìni
del sogno, e lo squallore avrà sua stanza
ove alto edificava il tuo desìo;
nuove reggie di gioia e di speranza
                                                  t’alzerò io.

E se mai sulla traccia del destino
la tenebra t’avvolga e in cieche parti
d’abisso attiri, invoca il nome mio,
e, col mio cor per fiaccola, a salvarti
                                                  volerò io.