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VESPERO.


 
Laggiù nei prati l’ombre s’allungano
dei pioppi; assorta nel cheto vespero
la verde pianura si stende
incontro all’alto mar d’ametisto.

Morì la lunga nota dell’ultima
stornellatrice; tacque l’allodola
nell’alto; non s’ode che un largo
bisbiglio, all’erbe sotto e tra i rami,