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APRILE.


 
Se mi fossi vicino
e ti potessi dir quello ch’io provo,
o mio sospiro intenso;
dirti che ormai non penso
che a te, che ormai non vedo
che te, dovunque; e i palpiti, e le pene
Dirti. Tu pure io credo
o mio tormento, mi vorresti bene.
La primavera viene
e l’impeto del cor si ringagliarda.

Una febbre si sente
di fuggir dalla gente
sotto l’amica Luna,
stretti mano per man, l’occhio rivolto
all’eterna del ciel cupola bruna
mentre l’aria d’April ci batte in volto.