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SOGNO.
Io con iscalzi piedi, o Damone,
non vado ai campi, nè mai con braccia
ignude, ed alto nella nodosa
mano il vincastro, guidai la fulva
giovenca al verde fonte, nè filo
l’umile canape, nè mai sui tini
salgo a pigiare l’uve, nei giorni
alla vendemmia sacri e di canti
lieti e d’amori. Io non conobbi
mai la divina libertà; mai
la gran dolcezza pur dei ritorni